Leandro Summo

Leandro Summo / Visual Artist

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– CorpsSansOrganes

Corps sans organes è un tentativo di re-immaginare il corpo.Siamo noi, imperfetti, organici, a dettar caos nel nostro corpo. Sono i nostri organi che non riescono a sfuggire alla dinamica del controllo. Il corpo organico è il primo dittatore di regole. L’apparato digerente chiede cibo. L’apparato respiratorio richiede ossigeno, pena la morte. L’apparato riproduttore chiede sesso, pena la morte della specie e la malinconia dell’individuo.
La soluzione è una carcassa amorevolmente svuotata. Liberando il corpo dalle sue viscere, dai suoi ingranaggi innervati, semplicemente lo si sottrae alla sofferenza.
Citando Deleuze, che cos’è un corpo? Lo spazio di un divenire. Ogni istante questo spazio si trasforma, e diventa una compresenza di oggetti, situazioni e cose che si codeterminano e costituiscono lo spazio stesso. La concatenazione delle cose in tale spazio è appunto una persona, un individuo. Dunque il corpo è lo spazio in un istante.
Lo spazio del corpo include lo spazio esterno: l’uno e l‘altro diventano una sola cosa, nell’accidentale occorrenza che li unisce. Lo spazio trasformato in un corpo.
Nell’opera si cerca di rappresentare la pura presenza del corpo ,la sua materialità, liberato dalla rappresentazione organica. Il tutto si riduce al fondamentale uso del puro elemento quale la luce.
La materia, che noi crediamo esistere, è in realtà una astrazione ingiustificata; non esistono oggetti corporei, ma soltanto collezioni di idee che ci danno una falsa impressione di materialità e sussistenza complessiva.
Il lavoro si presenta quindi come un omaggio alla luce come unità fondamentale non creabile e indistruttibile, componente strutturale essenziale di ogni essere fisico, animato e inanimato. Senza di essa, la materia è nulla in quanto non concepita e ridotta alla semplice idea, escludendo, in virtù di questo principio, l’esistenza assoluta delle cose. «Esse est percipi».

 

In video: CorpsSansOrganes_003/004/005 – Light sculpture @ Contempo Festival / Conversano (Ba) – Monastero di San Benedetto

 

In video: CorpsSansOrganes_003 – Light sculpture @ Linea Festival  / Apulia Center for Art and Technology

 

LINEA Inesistente – Testo di Alessandra Costantiello

La linea di partenza è quella di Leandro Summo con CorpsSansOrganes_003– Light sculpture, in cui la luce definisce i corpi non potendosi definire che come esseri in divenire. Si tratta di un capovolgimento della linea, del contorno, l’oggetto senza organi si fa luce, si fa rizoma, come un corpo liscio che è increspato da diverse serie di linee di fuga. “Nel rizoma non ci sono punti o posizioni, come se ne trovano in una struttura, un albero, una radice. Non ci sono che linee” […] “Un rizoma non incomincia e non finisce, è sempre nel mezzo tra le cose, inter-essere, intermezzo (…) muoversi tra le cose (…) destituire il fondamento, annullare inizio e fine. e la luce ci passa attraverso. Che cosa siamo forse, se non luce rallentata?

 

 

“Corps sans organes 001” nasce come variante della serie e diviente interattiva reagendo al battito cardiaco dei suoi spettatori.

CorpsSansOrganes-Leandro-Summo

In foto: Corps sans Organes 001 per il Maker Faire Rome -The Eu Edition: 5.0

Il progetto si propone di esplorare modi per utilizzare la struttura, l’astrazione e la disciplina della programmazione per interpretare i dati fisiologici del corpo umano e tradurli in effetti visivi. Il battito cardiaco, crea lo squilibrio al perenne stato di libertà dei corpi, abbandonati, popolati dalla sola intensità.
Non conosciamo nulla di un corpo fino a quando non sappiamo cosa può fare, quali sono i suoi affetti, come può o non può entrare in composizione con altri affetti.
Siamo noi, imperfetti, organici, a dettar caos nel nostro corpo. Sono i nostri organi che non riescono a sfuggire alla dinamica del controllo. Il corpo organico è il primo dittatore di regole. L’apparato digerente chiede cibo. L’apparato respiratorio richiede ossigeno, pena la morte. L’apparato riproduttore chiede sesso, pena la morte della specie e la malinconia dell’individuo.
La soluzione è una carcassa amorevolmente svuotata. Liberando il corpo dalle sue viscere, dai suoi ingranaggi innervati, semplicemente lo si sottrae alla sofferenza.
Citando Deleuze, che cos’è un corpo? Lo spazio di un divenire. Ogni istante questo spazio si trasforma, e diventa una compresenza di oggetti, situazioni e cose che si co-determinano e costituiscono lo spazio stesso. La  concatenazione delle cose in tale spazio è appunto una persona, un individuo. Dunque il corpo è lo spazio in un istante.
Lo  spazio  del corpo  include lo spazio esterno: l’uno e l‘altro diventano una sola cosa, nell’accidentale occorrenza che li unisce. Lo spazio trasformato in un corpo.
Nell’opera si cerca di rappresentare la pura presenza del corpo ,la sua materialità, liberato dalla rappresentazione organica. Il tutto si riduce al fondamentale uso del puro elemento quale la luce.

L’interazione umana è possibile grazie all’uso di un cardiofrequenzimetro controllato, valutato e coordinato da un Arduino Uno. Il linguaggio di programmazione “Processing” è utilizzato per comunicare con Arduino e, di conseguenza, con il software sviluppato per generare l’output luminoso.

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